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La pace, la poesia di Alda Merini

Alda Merini

La pace, la poesia

La pace che sgorga dal cuore
e a volte diventa sangue,
il tuo amore
che a volte mi tocca
e poi diventa tragedia
la morte qui sulle mie spalle,
come un bambino pieno di fame
che chiede luce e cammina.
Far camminare un bimbo è cosa semplice,
tremendo è portare gli uomini
verso la pace,
essi accontentano la morte
per ogni dove,
come fosse una bocca da sfamare.
Ma tu maestro che ascolti
i palpiti di tanti soldati,
sai che le bocche della morte
sono di cartapesta,
più sinuosi dei dolci
le labbra intoccabili
della donna che t’ama.

Alda Merini
Biografia

Poetessa, nata a Milano il 21 marzo1931 e morta ivi il 1° novembre 2009. È considerata una delle più importanti voci liriche del Novecento italiano ed è stata candidata al premio Nobel per la letteratura nel 1996 dall’Académie française e nel 2001 dal Pen Club italiano.

Esordì nel 1950 sull’Antologia della poesia italiana 1909-1949 dietro suggerimento del curatore Giacinto Spagnoletti. La prima raccolta di versi, La presenza di Orfeo, venne pubblicata nel 1953.
Il grande favore di pubblico e critica ottenuto dall’opera spinse l’editore Scheiwiller a ripubblicare il testo nel 1993 insieme alle successive raccolte Paura di Dio (1955), Nozze romane (1955) e Tu sei Pietro (1961). Nel 1958 Salvatore Quasimodo, al quale M. era legata da un rapporto di amicizia, pubblicò alcune liriche della poetessa nel volume Poesia italiana del dopoguerra (1958).
Al centro della sua poetica, evidente fin dagli esordi e costante nella produzione successiva, vi è l’espressione del proprio vissuto, quell’esperienza di vita che traspare nei frammenti di una dolorosa autobiografia. I versi, tuttavia, non si riducono a un mero solipsismo autoreferenziale, ma si fanno portavoce di una sofferenza che diventa sentire collettivo. I riferimenti personali, tradotti in una brutale e cruda esternazione dei sentimenti, si intensificarono nella produzione successiva al lungo periodo di internamento manicomiale iniziato nel 1965 e proseguito fino al 1972, con riprese nel 1973 e nel 1978.
Il tragico ricovero fu alla base di un silenzio durato circa vent’anni e interrottosi con la pubblicazione di Destinati a morire. Poesie vecchie e nuove (1980). Nel 1979 avviò la stesura di alcuni tra i suoi componimenti più intensi pubblicati nella raccolta La Terra Santa (1984), riedita qualche mese dopo con il titolo La Terra Santa e altre poesie, opera che le valse il premio Cittadella nel 1985 e il premio Librex-Guggenheim ‘Eugenio Montale’ nel 1993. Questa raccolta segna il passaggio verso una poetica potente e violenta, esito della devastante esperienza manicomiale, qui paragonata al viaggio del popolo eletto verso la Terra Santa: l’espressione lirica diventa veicolo per una rappresentazione della realtà trasfigurata dal male della follia.

La dolorosa testimonianza degli anni trascorsi in manicomio fu riportata in L’altra verità. Diario di una diversa (1986), primo testo in prosa di Merini. Seguirono numerose altre pubblicazioni come Fogli bianchi (1987), Testamento (1988), Vuoto d’amore (1991) e Ballate non pagate (1995).
Nel 1996 ottenne il premio Viareggio. Il secolo si chiuse con l’edizione di una nuova antologia poetica, Fiore di poesia – 1951-1997 (1998), curata da Maria Corti ed edita da Einaudi, presso cui venne stampata anche Superba è la notte (2000).

I primi anni Duemila mostrarono uno spostamento dei motivi ispiratori verso tematiche religiose; sotto l’egida di queste nuove suggestioni furono pubblicate: L’anima innamorata (2000) e Corpo d’amore. Un incontro con Gesù (2001). Da qui in poi la produzione di M. divenne straripante: arrivò a scrivere, tra il 2001 e il 2004, più di trenta raccolte poetiche.

Nel 2005 fu pubblicato Nel cerchio di un pensiero (Teatro per voce sola), che raccoglie 53 poesie dettate al telefono da M. a Marco Campedelli. I componimenti sono lasciati privi dei segni di interpunzione a sottolineare anche graficamente la trasmissione orale dei testi.
Il carnevale della croce (2009), raccolta di poesie d’amore e religiose, fu l’ultima opera curata dalla poetessa che, tuttavia, non riuscì a vederla stampata.

M. si dedicò anche alla prosa pubblicando, oltre al già citato testo L’altra verità, Delirio amoroso (1989), Il tormento delle figure (1990), Le parole di Alda Merini (1991) e La vita facile (1996).
Intenso fu poi il rapporto con l’universo musicale: nel 1994 iniziò la collaborazione con il cantautore Giovanni Nuti che metterà in musica numerosi versi della scrittrice; nel 1999 M. prese parte con Enrico Ghezzi e Manlio Sgalambro al CD del gruppo rock Bluvertigo Canone inverso, incontro tra musica e poesia. Infine nel 2004 Milva pubblicò l’album Milva canta Merini.

Da Treccani.it