06 4418 0210 segreteria@dlfroma.it

Login

Sign Up

After creating an account, you'll be able to track your payment status, track the confirmation and you can also rate the tour after you finished the tour.
Username*
Password*
Confirm Password*
First Name*
Last Name*
Birth Date*
Email*
Phone*
Country*
* Creating an account means you're okay with our Terms of Service and Privacy Statement.
Please agree to all the terms and conditions before proceeding to the next step

Already a member?

Login
06 4418 0210 segreteria@dlfroma.it

Login

Sign Up

After creating an account, you'll be able to track your payment status, track the confirmation and you can also rate the tour after you finished the tour.
Username*
Password*
Confirm Password*
First Name*
Last Name*
Birth Date*
Email*
Phone*
Country*
* Creating an account means you're okay with our Terms of Service and Privacy Statement.
Please agree to all the terms and conditions before proceeding to the next step

Already a member?

Login

La morte non è niente di Henry Scott Holland

Henry Scott Holland

La morte non è niente

La morte non è niente.
Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente,
solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.

Henry Scott Holland
Biografia

Henry Scott Holland (Ledbury, 27 gennaio 1847 – 17 marzo 1918) è stato un teologo e scrittore britannico, Regius Professor of Divinity presso l’Università di Oxford. Era anche un canonico della Christ Church. Le Scott Holland Memorial Lectures (conferenze) sono tenute in sua memoria. Nacque a Ledbury, Herefordshire, figlio di George Henry Holland (1818-1891) di Dumbleton Hall, Evesham, e dell’Hon. Charlotte Dorothy Gifford, figlia di Lord Gifford.
Studiò a Eton, dove fu allievo dell’autorevole maestro William Johnson Cory, e al Balliol College dell’Università di Oxford, dove ha conseguito una laurea di prima classe in Literae Humaniores. Nel periodo trascorso a Oxford è stato fortemente influenzato da Thomas Hill Green. Aveva i gradi di Oxford di Doctor of Divinity, Master of Arts, e il titolo onorario di Doctor of Letters.

Dopo la laurea, è stato eletto fellow della Christ Church di Oxford. Nel 1884, lasciò Oxford per la Cattedrale di San Paolo, dove fu nominato canonico.
Era profondamente interessato alla giustizia sociale e fondò il PESEK (Politica, Economia, Socialismo, Etica e cristianesimo), che condannava lo sfruttamento capitalista della povertà urbana. Nel 1889, ha fondato la Christian Social Union (CSU).
Nel 1910, è stato nominato Regius Professor di Divinity all’Università di Oxford, incarico che mantenne fino alla sua morte nel 1918. È sepolto nel cimitero della chiesa All Saints di Cuddesdon, vicino a Oxford. A causa del suo cognome, Mary Gladstone lo chiamava affettuosamente “Flying Dutchman” e “Fliegende Hollander”.
Mentre era nella Cattedrale di Saint Paul, Holland pronunciò un sermone nel maggio 1910, dopo la morte del re Edoardo VII, intitolato Death the King of Terrors in cui esplora le risposte naturali, ma apparentemente contraddittorie alla morte:
la paura dell’inspiegabile e la fede nella continuità. È dalla sua discussione di quest’ultimo che forse è il suo scritto più noto, Death is nothing at all, è tratto.